La Gaia Scienza di Nietzsche spiegata facile e nel dettaglio

La Gaia Scienza di Friedrich Nietzsche è un libro di carattere filosofico composto interamente da aforismi e pubblicato per la prima volta nel 1882. 

 

Questo testo, oltre a essere quello più apprezzato da parte degli appassionati del filosofo tedesco, rappresenta anche l’opera che meglio raggruppa i capisaldi della filosofia Nietzschiana, come la critica alla religione, alla morale e la Morte di Dio. 

 

Come puoi immaginare, le cose da dire in merito a questo manoscritto sono tante e riuscire a sapere tutto a riguardo potrebbe richiedere molto tempo.

 

Leggi questo articolo fino alla fine per conoscere a fondo tutto quello che hai bisogno di sapere su questo testo fondamentale della filosofia contemporanea in ogni suo dettaglio, velocemente e in modo esaustivo!

 

Ecco ciò che troverai in questa pagina:

Chi è Friedrich Nietzsche, l’autore de La Gaia Scienza

Nietzsche - Autore de La Gaia Scienza

Friedrich Wilhelm Nietzsche è stato uno dei filosofi e dei saggisti più importanti del XIX Secolo, soprattutto per l’impatto  che alcune delle sue opere hanno avuto sulla società occidentale e per il modo in cui sono riuscite a descriverne il sentimento dell’epoca.

 

La sua vita è stata caratterizzata da una ricchissima produzione poetica e letteraria che lo ha portato a diventare una delle figure più importanti ed illustri della seconda metà dell’ottocento.

 

Nato in Sassonia, Germania, nel 1844 in una famiglia di pastori protestanti, si dedicò nel corso degli anni a svariate carriere che passavano ad altri progetti a seconda dell’età e della sfera di interesse, tra cui dapprima quella di studente universitario, di militare, di docente e infine come poeta e filosofo indipendente.

 

La lista delle sue opere è assai vasta e contiene nomi che tutti gli appassionati di filosofia dovrebbero conoscere: da Umano Troppo Umano agli Idilli di Messina fino a Così parlo Zarathustra, la Genealogia della Morale e Al di là del bene e del male

 

In particolare, oggi ci concentreremo sull’opera che, oltre a essere la preferita dagli amanti dello scrittore tedesco, è anche la più rappresentativa del suo pensiero: La Gaia Scienza.

 

Entra nel vivo di quest’opera e scoprila in ogni suo singolo dettaglio partendo dalla sua origine!

La Gaia Scienza

Genesi e origine del titolo: perchè “La Gaia Scienza”?

La Gaia Scienza

Nietzsche decise di dare questo titolo al suo scritto per esprimere un concetto: la conoscenza è gioia.

 

Stando a quanto riportato da Alessio Mannino, giornalista e saggista nonché traduttore della versione più moderna di questo classico della filosofia, nell’intervista condotta da Giò Fumagalli (fondatore ed editore di Ibex Edizioni) si tratta della conclusione del percorso che l’autore ha portato avanti nei suoi libri precedenti.

(Guarda in tempo reale l’intervista di cui ti ho appena parlato e fai partire il video che trovi qui sotto!)

Con il titolo “La Gaia Scienza“, Nietzsche intende affermare che, al di là del dolore intrinseco della ricerca in sé, conoscere diviene uno strumento di liberazione se il sapere viene utilizzato per autorealizzarsi.  

 

Il libro trova la sua origine nel 1881, un periodo che lo scrittore vive tra intense riflessioni, sofferenze e scoperte intellettuali di grande importanza per la sua filosofia, tra le quali il concetto di Eterno Ritorno.

 

Nonostante la sua prima edizione (pubblicata un anno dopo, nel 1882) non venga acclamata e apprezzata particolarmente dalla critica, questo scritto ricopre una particolare importanza per Nietzsche dato che, oltre a fungere da spartiacque e ponte tra il periodo positivista di Nietzsche e la sua fase di pensiero più compiuta, rappresenta (a detta dello scrittore stesso) “una delle sue opere più personali” e a lui “più simpatiche“.

 

Ora analizzeremo la struttura, la composizione e il riassunto di questo testo.

Composizione

Il testo è composto solo ed esclusivamente da aforismi di lunghezza breve e media suddivisi in 5 libri a cui si aggiungono una prefazione, un preludio e le appendici.

 

Vediamo nel dettaglio cosa tratta ogni singola parte.

Struttura e riassunto de La Gaia Scienza

Prefazione

Preludio: "Scherzo, perfidia e vendetta"

Il testo si apre con una raccolta di 63 epigrammi, ovvero dei brevi componimenti creati con l’obiettivo di fissare sarcasticamente l’interpretazione di un fatto in modo da indurre chi legge a riflettere o ad altre reazioni di diverso tipo.

 

Da qui, comincia l’opera filosofica dell’autore.

Libro primo (aforismi da 1 a 56)

La prima parte del libro si apre con una visione negativa della conoscenza: le possibilità collegate al “sapere” e al ruolo condotto dalla ricerca scientifica vengono viste sotto una prospettiva negativa: soprattutto tramite gli aforismi con cui si apre il testo, emerge lo scetticismo dell’autore sulle proprie capacità di insegnamento e la presentazione del concetto di “coscienza intellettuale“.

Libro secondo (da 57 a 107)

I temi discussi principalmente in questa sezione del libro sono l’arte, l’apparenza e la realtà: qui Nietzsche tratta con particolare attenzione il concetto di “artista” e di “opera d’arte“, dedicando comunque uno spazio secondario a riflessioni circa le donne, i rapporti di genere, la cultura dell’antica Grecia e una serie di controversie avute in passato con Schopenhauer e Wagner, figure che lo scrittore ha seguito come modelli.

Libro terzo (da 108 a 275)

Il terzo libro rappresenta la parte centrale dell’opera e contiene una delle citazioni più famose di Nietzsche: “Dio è morto“.

 

I 167 aforismi qui contenuti trattano principalmente temi scientifico-logici (tra cui l’idea del Cosmo), lasciando comunque spazio a questioni legate alla religione e alla morale.

Libro quarto (da 276 a 342)

Siamo giunti alla parte più riflessiva di questa opera filosofica: il quarto libro è colmo di riflessioni dalla forte carica introspettiva.

 

Al suo interno vengono menzionati concetti molto importanti per la filosofia Nietzschiana, tra cui l’amor fati, una concezione del destino che fornisce una visione della storia come percorso circolare.

 

Non è un caso infatti che l’aforisma 341 introduca un concetto fondamentale di Nietzsche, l’eterno ritorno, proponendo l’idea che vi sia una ricorrenza eterna di tutte le cose.

Libro quinto (da 343 a 383)

Il quinto libro non compare nella prima edizione del 1881, ma venne aggiunto in occasione della pubblicazione della seconda edizione del testo nel 1887 assieme all’appendice e alla prefazione.

 

Il tema principale è quello del nichilismo, una posizione filosofica che qui Nietzsche tratta sotto vari punti di vista e accompagna a delle riflessioni circa la svalutazione progressiva di valori fino allora considerati sacri (come la religione); in forma secondaria vengono analizzati anche argomenti come l’origine della coscienza e della cognizione prendendo in esame fatti realmente accaduti come la Riforma Protestante (aforisma n.358).

Appendice: "Canti del Principe Vogelfrei"

Siamo nella parte conclusiva dell’opera.

 

Qui Nietzsche termina la Gaia Scienza proponendo nuove versioni degli Idilli di Messina, una raccolta di otto poesie che l’autore aveva già pubblicato nel 1882 e a cui somma altri 6 testi originali e inediti.

Alcuni aforismi presenti in La Gaia Scienza

Aforismi di Nietzsche

La mia felicità – «Scherzo, perfidia e vendetta», Preludio in rime tedesche

“Da quando fui stanco di cercare
imparai a trovare.
Da quando un vento si levò a me contrario
veleggio con tutti i venti. ”

Il senso della verità – Libro primo

“Lodo in me ciascuno di quei momenti di scepsi che mi permettono di rispondere: «Proviamo!».
Ma non vorrei più sentir parlare di tutte quelle cose e domande che non permettono la sperimentazione.
Ecco il limite del mio «senso di verità»: perché là il valore ha perso ogni diritto.”

Dedizione – Libro secondo

“Esistono donne nobili con una certa povertà di spirito che,
per esprimere la loro più profonda dedizione, non sanno far altro che offrire la loro virtù e pudicizia: quello che credono di avere di meglio.
Spesso questo dono è accolto senza un impegno profondo come quello supposto
dalle donatrici — una storia assai malinconica!”

L’uomo folle – Libro terzo

“Non avete sentito parlare di quell’uomo folle che, nel chiarore del mattino, accendeva una lampada, andava al mercato e gridava incessantemente: «Cerco Dio! Cerco Dio!». Poiché molti di coloro che si trovavano là non credevano in Dio, suscitò una gran risata.
«Si è forse perduto?», disse uno. «Ha smarrito la strada, come un bimbo?», disse un altro. «O forse si è nascosto? Ha paura di noi? Si è imbarcato? È emigrato?»
E così gridavano e ridevano insieme. Il folle balzò in mezzo a loro e li trafisse con lo sguardo. «Dov’è andato Dio?», gridò. «Ve lo dico io. L’abbiamo ucciso noi, — voi e io! Noi tutti siamo i suoi assassini. Ma come abbiamo fatto? Come siamo riusciti a bere tutto il mare, fino all’ultima goccia? Chi ci ha dato la spugna per cancellare tutto l’orizzonte? Che cosa abbiamo fatto, quando abbiamo svincolato questa terra dal suo sole? Ma in che direzione si muove, adesso? In che direzione ci muoviamo noi? Lontano da ogni sole?
Non precipitiamo sempre più? E all’indietro, di lato, in avanti, da ogni parte? Esistono ancora un sotto e un sopra? Non vaghiamo attraverso un nulla infinito? Non avvertiamo l’alito dello spazio vuoto? Non fa più freddo? Non scende di continuo la notte, sempre più notte?
Non occorre accendere la lampada anche al mattino? Non sentiamo il frastuono dei becchini che stanno seppellendo Dio?
Non sentiamo ancora l’odore della putrefazione divina — anche gli dèi si putrefanno? Non è troppo grande per noi, la grandezza di questa azione? Non dobbiamo divenire dèi noi stessi, per essere degni di lei? Non c’è mai stata azione più grande — e chi nasce dopo di noi appartiene, in virtù di questa azione, a una storia più elevata di quanto non sia stata la storia fino ad oggi!»
A questo punto il folle tacque e riprese a osservare i suoi ascoltatori: anch’essi tacevano, guardandolo estraniati. Infine egli gettò per terra la sua lampada, che andò in mille pezzi e si spense.
«Sono venuto troppo presto», disse poi, «non è ancora l’ora.
Questo evento enorme è ancora per strada, in cammino, — non è ancora giunto alle orecchie degli uomini. Lampo e tuono hanno bisogno di tempo, la luce degli astri ha bisogno di tempo, le azioni hanno bisogno di tempo, anche dopo essere state compiute, per essere viste e udite.
Questa azione è ancora più lontana degli astri più lontani, — eppure sono stati loro a compierla!» Si dice anche che il folle, quello stesso giorno, sia penetrato in diverse chiese e vi abbia intonato il suo Requiem Aeternam Deo. A chi lo conduceva fuori e cercava di farlo parlare, rispondeva sempre:
«Che cosa sono ormai queste chiese, se non le tombe e i monumenti funebri di Dio?». “

Il peso più grande – Libro quarto

Che cosa accadrebbe se un giorno o una notte nella più solitaria delle tue solitudini si insinuasse un demone e ti dicesse: «Questa vita che vivi adesso e che hai vissuto, dovrai viverla ancora innumerevoli volte; e non ci sarà niente di nuovo, in essa, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro e tutto quello che in essa c’è di indicibilmente piccolo e grande deve tornare, e tutto nella stessa sequenza e successione — persino questo ragno e questo chiaro di luna tra gli alberi, e persino questo istante e io stesso.
L’eterna clessidra dell’esistenza viene girata di continuo —, e tu con essa, infimo granello di polvere!». Non ti getteresti a terra e digrigneresti i denti e malediresti il demone che parla così?
O hai già vissuto un attimo di immensità in cui gli risponderesti: «Tu sei un dio, e mai ho udito parole più divine!».
Se quel pensiero si impadronisse di te, come sei adesso, ti trasformerebbe, forse stritolandoti; la domanda «vuoi che tutto ciò accada ancora una volta, innumerevoli volte?» sarebbe il più grande peso mai gravato sul tuo agire!
Oppure, quanto dovresti essere ben disposto nei confronti di te stesso e della vita, per non desiderare nient’altro che quest’ultima, eterna conferma, questo sigillo?

L’origine del nostro concetto di «conoscenza» – Libro quinto

Traggo questa spiegazione dalla strada; ho udito un uomo del popolo dire «non mi ha riconosciuto» e mi sono domandato: che cosa intende in realtà il popolo quando si
parla di conoscenza? Che cosa quando dice di voler «conoscere»? Nient’altro che questo: ricondurre ogni elemento estraneo a qualcosa di noto. E
noi filosofi — abbiamo mai inteso, parlando di conoscenza, qualcosa di
più! II noto, cioè qualcosa a cui siamo abituati, cosicché non ce ne meravigliamo più, il nostro quotidiano, una specie di regola in cui ci nascondiamo, ogni cosa e tutto ciò in cui ci sentiamo di casa: — come? Anche il nostro bisogno di conoscenza, non è proprio questo un bisogno di noto, la
volontà di scoprire, sotto tutti gli aspetti estranei, insoliti, dubbi, qualcosa
che ci tranquillizzi? Non sarà questo istinto di paura a spingerci alla conoscenza? L’esultanza di chi conosce non sarà proprio l’esultanza del ritrovato senso di sicurezza?… Questo filosofo immaginava di aver «conosciuto»
il mondo, quando lo ebbe ricondotto alla «idea»: ah, non lo era proprio
perché l’«idea» gli era così nota e abituale? Perché l’«idea» gli faceva tanto meno paura? Oh, come si accontentano facilmente gli uomini della conoscenza!
Lo si vede del resto dai loro princìpi e dalle loro soluzioni agli
enigmi del mondo!
Se nelle cose, tra le cose, dietro le cose ritrovano qualcosa che purtroppo ci è molto noto, ad esempio la tavola pitagorica o la nostra logica o la nostra volontà e il nostro desiderio, quanto ciò li rende
subito felici! Perché «ciò che è noto è conosciuto»: su questo sono tutti
d’accordo. Anche i più cauti tra loro sono dell’idea che il noto sia quanto
meno più facile da conoscere dell’ignoto; ad esempio sarebbe metodologicamente proibito prendere le mosse dal «mondo interiore», dai «fatti della coscienza», perché essi costituiscono il mondo a noi più noto Errore degli errori! Noto è l’abituale, e l’abituale è difficilissimo da «conoscere», cioè
da vedere come problema da considerare estraneo, lontano, «fuori di
noi»… La grande sicurezza delle scienze naturali in rapporto alla psicologia e alla critica degli elementi della coscienza — scienze innaturali, si dovrebbe quasi dire — è fondata proprio sul fatto che scelgono quale loro oggetto l’estraneo: mentre volere scegliere quale oggetto il non-estraneo è
quasi contraddittorio e assurdo… 

Dichiarazione d’amore – Canti del Principe Vogelfrei

Che prodigio! Vola ancora?
Salen, e sono immote le sue ali?
Che cos’è allora a portarlo e sollevarlo?
Cos’è per lui meta, e salto e freno?
Come le stelle e l’eternità
Vive adesso in dileggi che la vita fugge,
Ha compassione persino dell’invidia:
E volò in alto chi lo vede anche solo librarsi!
Oh, uccello albatro!
Verso l’alto mi spinge un eterno impulso.
Pensai a te, e lacrime
Su lacrime solcarono il mio viso, — sì, io ti amo! 

La nuova traduzione integrale aggiornata di questo classico della filosofia!

Dopo averti raccontato tutto ciò che hai bisogno di sapere circa l’opera più rappresentativa della filosofia di Nietzsche, vogliamo presentarti la sua traduzione integrale aggiornata. 

 

Adatta a tutti i lettori interessati a questo classico, questa versione a cura di Ibex Edizioni tradotta da Alessio Mannino elimina le barriere linguistiche contenute all’interno delle vecchie traduzioni in favore di una totale comprensione del contenuto, che offre una chiarezza straordinaria su ogni dettaglio senza incidere sul senso originale del testo semplificandolo e alleggerendolo.

 

Non importa che tu sia un appassionato di filosofia o che tu stia muovendo i tuoi primi passi verso le opere di questo autore: questo libro rappresenta l’edizione perfetta per entrambe grazie alla sua accessibilità.

 

Ora potrai dedicare tempo prezioso nella lettura, concentrandoti esclusivamente sul contenuto di questo classico, senza perdere la profondità dei concetti filosofici per via di un linguaggio complicato e obsoleto.

Fai tua oggi questa edizione e immergiti nell’opera di un pensatore che sfidò le convenzioni del suo tempo e continua a influenzare la nostra comprensione del mondo moderno: aggiungi questo tesoro di filosofia e poesia, la più chiara e moderna traduzione de La Gaia Scienza, alla tua biblioteca!

In regalo per te!

Stupido Marketing di Giò Fumagalli in omaggio per te: clicca sul bottone qui sotto e riceverai subito l’audio libro gratis nella tua casella email!

Audio-book integrale in italiano🇮🇹

✅ Nessun dato richiesto
✅ Nessun pagamento richiesto

Stupido Marketing Gio Fumagalli

 

IBEX Edizioni
Libri per chi scala il futuro

2022 © The Strategic Club
via S. Botticelli 3
20811 Cesano Maderno (MB)
P.IVA: 11441440960

Privacy

Cookie

Termini

Aspetta: questo gruppo è per te!


Ogni giorno (o quasi) pubblichiamo una recensione di un libro su marketing, imprenditoria e performance personale.
Entra in questo gruppo Telegram, è l'unico nel suo genere in Italia. È, e sarà sempre gratis, ma a breve diventerà un privato.