Gustave Le Bon: vita, pensiero e Psicologia delle Folle

gustave le bon, autore di psicologia delle folle

Gustave Le Bon (1841-1931) è stato uno psicologo e sociologo francese noto principalmente per il suo lavoro sulla psicologia delle folle. Nacque a Nogent-le-Rotrou, in Francia, e studiò ingegneria, fisica e chimica prima di dedicarsi alla psicologia.

La vita di Gustave Le Bon

Gustave Le Bon è stato uno psicologo e sociologo francese noto per il suo lavoro sulla psicologia delle folle e per la sua ricerca in campo antropologico. All’inizio della sua carriera, Le Bon si dedicò allo studio dell’antropologia e inventò uno strumento chiamato “Compasso per coordinate”, che permetteva la misurazione del cranio in tre dimensioni. Questo strumento portatile venne ampiamente utilizzato negli studi antropologici dell’epoca.

 

Le Bon si interessò anche di fisica e osservò una radiazione nota come “luce nera” nel 1896. Sviluppò anche una teoria sulla natura della materia, che esponeva nella sua opera “Evoluzione della materia“. Tuttavia, questa teoria non è stata ampiamente accettata dalla scienza del 20° secolo.

 

Le Bon è considerato il fondatore della psicologia delle masse e il suo lavoro ha avuto un’enorme influenza sulla comprensione del comportamento delle masse. Ha utilizzato un paradigma di studio scientifico derivato dall’approccio clinico per spiegare i meccanismi della folla che portano all’emergere dell’emotività dall’istintualità e dall’inconscio, altrimenti repressi negli individui dal controllo sociale. Le Bon utilizzò i concetti di contagio e suggestione per spiegare come le folle possono essere facilmente influenzate e condizionate, e sosteneva che le folle sono guidate dalle emozioni e dagli istinti piuttosto che dalla ragione e dall’intelligenza.

 

Le teorie di Le Bon sulla psicologia delle folle hanno avuto un’enorme influenza sulla comprensione del comportamento delle masse e sono ampiamente studiate e discusse nel mondo della psicologia. Tuttavia, le teorie di Le Bon sono state anche criticate da molti psicologi moderni, che sostengono che le folle possono essere guidate anche dalla ragione e dall’intelligenza e che non sono sempre suscettibili alle suggestioni. Nonostante le critiche, il lavoro di Le Bon ha avuto un’enorme influenza sulla comprensione del comportamento delle masse e continua ad essere ampiamente studiato e discussi nel mondo della psicologia.

Gustave Le Bon: pensiero

Il pensiero di Gustave Le Bon è focalizzato principalmente sul ruolo delle masse nella storia e nella società. Secondo Le Bon la psicologia delle masse è un fenomeno importante da comprendere per capire l’evoluzione delle società e le disuguaglianze tra le diverse regioni del mondo. 

 

Per Le Bon la massa è un’entità nuova che emerge dall’unione degli individui e che non solo forma un nuovo corpo fisico, ma anche una collettività “inconscia”. Egli ritiene che la massa sia permeata da sentimenti autoritari e d’intolleranza, e che crei un inconscio collettivo attraverso il quale l’individuo si sente deresponsabilizzato e viene privato dell’autocontrollo. 

 

Tuttavia, Le Bon sostiene anche che le folle siano tendenti alla conservazione e siano orientabili da fattori esterni, in particolare dal prestigio dei singoli individui all’interno della massa stessa. Il pensiero sociologico di Le Bon può essere suddiviso in tre principi cardine:

 

  1. Il primo principio cardine del pensiero di Le Bon è l’idea che le folle possono essere facilmente manipolate da figure di potere, come i leader politici. Le Bon sosteneva che le folle perdono la loro capacità di pensiero critico e diventano emotivamente e irrazionalmente guidate.

  2. In secondo luogo, Le Bon credeva che le folle avessero una propria “psiche collettiva”, che differisce da quella degli individui che le compongono. Questa “psiche collettiva” può essere influenzata da fattori esterni, come la propaganda, e può portare le folle a comportamenti irrazionali e violenti.

  3. Infine, Le Bon sosteneva anche che le folle tendono a seguire l’opinione del gruppo, anche se questa è sbagliata o non supportata da fatti. Inoltre, le folle possono essere facilmente manipolate da figure di potere che sanno come utilizzare la propaganda e l’appello emotivo per ottenere il loro supporto.
Gustave Le Bon Psicologia Delle Folle
Una delle ultime fotografie di Le Bon prima della morte.

L’influenza e l’eredità del pensiero Le Bon

Il suo lavoro ha influenzato diverse teorie autoritarie sulla leadership, ha ispirato la propaganda di Adolf Hitler e Benito Mussolini, ma anche l’operato di altri grandi politici del Novecento come Churchill o e Lenin.

 

Inoltre, il pensiero di Le Bon è stato usato da alcuni studiosi per descrivere il ruolo delle masse nella propaganda politica e nella formazione dell’opinione pubblica, come ad esempio successo con le teorie sulla fabbricazione del consenso di Noam Chomsky.

 

Egli ha anche influenzato gli studi di Edward Bernays, autore del celeberrimo classico “Propaganda” ed inventore delle PR, fino a avere un forte peso anche su Theodore Roosevelt e molti altri progressisti americani del primo XX secolo. 

 

Le Bon è stato anche importante per la formazione del gruppo dinamico di Wilfred Bion e Ernest Jones, e per l’analisi del comportamento delle masse da parte di Hadley Cantril e Herbert Blumer. 

È inoltre impossibile non parlare del rapporto fra Le Bon e Freud, rapporto che costituisce forse uno dei punti più importanti nell’eredità filosofica e scientifica lasciata da Le Bon stesso.

Il rapporto fra Le Bon e Freud

Se Gustave Le Bon è stato uno dei primi studiosi a esaminare il fenomeno delle folle e il loro comportamento, Sigmund Freud, invece, è notoriamente noto come uno dei padri della psicanalisi e ha sviluppato la teoria dell’inconscio e delle dinamiche psicologiche che influiscono sulla personalità umana.

 

Nonostante questo, Le Bon e Freud hanno una connessione importante che si manifesta nel loro comune interesse per le masse e il loro comportamento. Le Bon ha scritto il libro “La psicologia delle folle”, in cui esamina come le folle possono essere influenzate e manipolate, mentre Freud ha scritto “Psicologia delle masse e analisi dell’Io”, in cui esamina le dinamiche psicologiche all’interno delle masse.

 

Esattamente come le teorie di Le Bon, anche quelle sviluppate da Freud sulla psicologia delle masse sono state utilizzate da diverse figure importanti della storia, come Adolf Hitler, Benito Mussolini, Edward Bernays e Theodore Roosevelt. Inoltre, le idee di Le Bon sulla folla e quelle di Freud sull’inconscio hanno influenzato lo sviluppo della teoria della “comunicazione di massa” di Hadley Cantril e Herbert Blumer.

Parliamo di Sigmund Freud, l'autore di Psicologia delle Masse e Analisi dell'Io
Un ritratto di Sigmund Freud

Le opere di Gustave Le Bon

Oltre al celebre classico “La psicologia delle folle”, pubblicato nel 1895 e che rappresenta l’opera più importante e più studiata di Gustave Le Bon, l’autore ha scritto molti altri libri durante la sua carriera. Nelle sue opere emerge un’idea di folle come permeate da sentimenti autoritari e d’intolleranza, in grado di dar vita a un inconscio collettivo attraverso il quale l’individuo perde la responsabilità di sé e la capacità di autocontrollo

Tuttavia, questo inconscio collettivo rende anche le folle tendenti alla conservazione e suscettibili agli influssi esterni, in particolare del prestigio dei singoli individui all’interno della massa.

 

Ecco un elenco delle opere più importanti di Gustave Le Bon:

La civiltà araba (1884)

Secondo Le Bon, poche razze sono salite più in alto, ma poche sono scese più in basso. Nessuno presenta un esempio più eclatante dell’influenza dei fattori che presiedono alla nascita degli imperi, alla loro grandezza e alla loro decadenza. Dal punto di vista della civiltà, pochi popoli hanno superato gli arabi, e non si può citare nessuno che abbia fatto progressi così grandi in così poco tempo. Dal punto di vista religioso, hanno fondato una delle religioni più potenti che hanno dominato il mondo, una di quelle la cui influenza è ancora più viva. Dal punto di vista politico, crearono uno degli imperi più giganteschi della storia. Intellettualmente e moralmente hanno civilizzato l’Europa. 

Psicologia del socialismo (1898)

Per Le Bon il socialismo è in una sintesi di credenze, aspirazioni e idee di riforma che attrae profondamente la mente. I governi lo temono, i legislatori lo manipolano, le nazioni vedono in esso l’alba di destini più felici. In questo libro il lettore troverà l’applicazione di quei principi già esposti nelle mie due ultime opere: Psicologia dei popoli e Psicologia della folla. Sorvolando rapidamente sui dettagli delle dottrine in questione e mantenendone solo l’essenza, Gustave Le Bon analizza le cause che hanno fatto nascere il socialismo e quelle che ne favoriscono o ritardano la propagazione. 

Leggi psicologiche dell’evoluzione dei popoli (1894)

Esiste un anima dei popoli? Che differenze ci sono tra i popoli latini e gli anglosassoni? Gustave Le Bon in questo saggio indaga le cause dell’evoluzione delle civiltà e le disuguaglianze tra le diverse regioni del mondo. Esaminando le idee ataviche, i sentimenti, le convinzioni, le istituzioni e le arti dei popoli nel corso della loro storia, Le Bon sottolinea i rischi legati all’esportazione di una determinata civiltà o di un modello politico da un popolo a un altro. In questo saggio, pubblicato un anno prima della sua famosa “Psicologia delle folle” (1895), Le Bon anticipa anche le teorie di Spengler sul declino dell’Occidente e lascia un monito profetico per i posteri.

Psicologia della educazione (1904)

Nessuno ha mai dato una definizione migliore dell’educazione di quella di Gustave Le Bon: “L’educazione è l’arte di portare il conscio nell’inconscio”. Lo Stato Maggiore inglese accettò questo principio come base fondamentale per stabilire l’unità di dottrina e azione nell’educazione militare di cui c’era così tanto bisogno. In questo libro Le bon mostra molto bene l’applicazione di questo principio nelle nuove istruzioni per il personale. Quest’ultimo capì molto bene che non è la ragione ma l’istinto a far agire le persone sul campo di battaglia, da cui la necessità di trasformare il razionale in istintivo attraverso un’educazione speciale. Le Bon sostiene infatti che sia dall’inconscio che nascono le decisioni rapide. 

Psicologia politica (1910)

La tesi principale di Le Bon in questo libro è semplice: le nazioni non sono mai state guidate dalla logica e dalla ragione, e le masse non seguono principi razionali, ma sono guidate da slanci emotivi. Ecco perché per guidare le nazioni non si può fare affidamento sull’argomentazione o sulla discussione, ma bisogna suscitare passioni e speranze.

Come nascono le opinioni e le credenze (1911)

In questo testo Le Bon sostiene come le opinioni e le credenze non sono casuali, ma sono governate da leggi e meccanismi specifici che possono essere indagati e compresi attraverso un metodo scientifico e rigoroso.

Psicologia delle rivoluzioni (1912)

In questo libro, Gustave Le Bon non rispetta le teorie classiche sulla Rivoluzione, ma le sue interpretazioni psicologiche lo portano a conclusioni del tutto nuove. Le Bon mette qui in evidenza il debole ruolo svolto dalla massa del popolo nei movimenti rivoluzionari, l’assoluta contraddizione tra le volontà individuali e quelle collettive dei membri delle assemblee, l’elemento mistico che guidava gli eroi della Rivoluzione e quanto poco questi eroi fossero influenzati dalla ragione. Senza la Rivoluzione sarebbe stato molto difficile dimostrare che la ragione non può trasformare gli uomini e che, di conseguenza, una società non può essere ricostruita a piacimento dei legislatori, per quanto completi siano i loro poteri. 

Psicologia delle Folle (1895): l’opera più importante di Gustave Le Bon

Psicologia delle Folle di Gustave Le Bon è stato uno dei libri più influenti sulla psicologia delle masse della storia. Pubblicato per la prima volta nel 1895, il libro è stato ampiamente letto e utilizzato da molti individui e organizzazioni nel corso degli ultimi secoli.

 

In Psicologia delle Folle Le Bon esamina il comportamento delle folle e come esse possano essere influenzate e manipolate e sostiene come le folle sono meno ragionevoli e più emotive rispetto alle singole persone e che possono essere facilmente influenzate da leader carismatici o da idee popolari. Sostiene inoltre che le folle siano anonime e che gli individui che le compongono perdono la loro personalità e il loro senso di responsabilità quando si uniscono ad esse.

 

Vediamo ora un breve riassunto di Psicologia delle Folle

Psicologia delle Folle: un riassunto

Le Bon sostiene che le folle hanno tre caratteristiche principali:

  1. Una mente collettiva: Le Bon sostiene che le folle hanno una mente collettiva che è diversa da quella delle singole persone. La mente collettiva è meno ragionevole e più emotiva e può essere facilmente influenzata da idee popolari o da leader carismatici.
  2. Una diminuzione dell’intelletto: Le Bon sostiene che gli individui che compongono una folla perdono la loro capacità di pensare in modo critico e razionale e diventano più suscettibili alle suggestioni.
  3. Un aumento dell’irrazionalità: Le Bon sostiene che le folle sono spesso guidate da emozioni e non da ragionamenti razionali e che possono essere facilmente manipolate da idee o leader che sfruttano le loro emozioni.

Inoltre, Le Bon sostiene che le folle possono essere facilmente manipolate da leader carismatici o da idee popolari e che possono facilmente commettere atti di violenza o irrazionalità. Tuttavia, egli sottolinea anche che le folle possono essere positive e costruttive, soprattutto quando sono guidate da leader sagaci e responsabili.

Influenza di Psicologia delle Folle

Uno dei primi lettori di “Psicologia delle Folle” fu il filosofo e sociologo tedesco Max Weber, che utilizzò le teorie di Le Bon per comprendere i movimenti rivoluzionari e i cambiamenti sociali. Anche il sociologo francese Émile Durkheim ha letto e utilizzato il lavoro di Le Bon per comprendere il comportamento delle masse e il loro ruolo nella società.

 

 

Il lavoro di Le Bon è stato anche utilizzato da psicologi e sociologi in tutto il mondo per comprendere il comportamento delle folle e per sviluppare teorie su come le masse possono essere influenzate e condizionate. È stato ampiamente letto e studiato in università e istituti di ricerca in tutto il mondo.

Inoltre, il libro di Le Bon è stato utilizzato da molti leader politici e ideologici per sfruttare le masse e per condizionare il loro comportamento. Ad esempio, il dittatore tedesco Adolf Hitler citò spesso il lavoro di Le Bon nei suoi discorsi e lo utilizzò come base per il suo movimento nazista. Anche altri leader politici hanno utilizzato le teorie di Le Bon per manipolare le folle e ottenere il loro sostegno.

 

Nonostante le critiche che hanno colpito il lavoro di Le Bon nel corso degli anni, “Psicologia delle Folle” rimane uno dei libri più influenti e studiati sulla psicologia delle masse e il suo impatto sulla società è ancora evidente oggi.

La migliore edizione italiana di Psicologia delle folle e le folle digitali

L’edizione di “Psicologia delle Folle” tradotta da Giò Fumagalli è una versione aggiornata del famoso libro di Gustave Le Bon sulla psicologia delle folle. La traduzione moderna di Fumagalli, pubblicata nel 2021, include un’introduzione che fornisce un contesto storico e teorico per il lavoro di Le Bon e una postfazione che esplora come le teorie di Le Bon si applicano alle folle digitali di oggi.

Nella postfazione, Giò Fumagalli esamina come le teorie di Le Bon sulla psicologia delle folle si possono riscontrare fra le folle che si formano online, ad esempio sui social media o in altri spazi digitali. Egli sostiene che le folle digitali presentano molte delle stesse caratteristiche psicologiche delle folle fisiche, come la coesione di gruppo e la suscettibilità alle suggestioni, ma che ci sono anche alcune differenze importanti dovute alla natura digitale delle folle.

 

Ad esempio, le folle digitali possono essere influenzate da algoritmi e da contenuti sponsorizzati, e possono diffondere idee e informazioni a una velocità senza precedenti. Fumagalli sostiene che è importante comprendere queste dinamiche per poter gestire le folle digitali in modo efficace e responsabile.

 

Inoltre, Fumagalli esamina come le teorie di Le Bon sulla psicologia delle folle possono essere utilizzate per capire i fenomeni come le cancellazioni di massa, le “manipolazioni di tendenza” e altre forme di pressione di gruppo online. Fumagalli conclude evidenziando come, nonostante le sfide uniche presentate dalle folle digitali, le teorie di Le Bon rimangono uno strumento prezioso per comprendere e gestire questi fenomeni.

Citazioni da Psicologia delle Folle

Concludiamo con alcune citazioni significative tratte dalla Psicologia delle Folle di Gustave Le Bon:

 

“Le masse non sono mai state interessate alla verità. Coloro che sono in grado di offrire loro illusioni diventano facilmente i loro leader; coloro che cercano di distruggere le loro illusioni diventano spesso le loro vittime.”

 

“La lbertà, è per molti, è la facoltà di scegliere le proprie schiavitù.”

 

“L’amore teme il dubbio, e tuttavia cresce attraverso esso.”

 

“La moltitudine è sempre pronta ad ascoltare l’uomo forte che sa imporsi su di lei. Gli uomini riuniti in uno stato di folla perdono tutta la propria forza di volontà e si lasciano governare dalla persona che possiede la qualità che ad essi manca.”

 

“Il vero artista crea, copiando.”

 

“Se l’ateismo si riuscisse a propagarsi diverrebbe una religione non meno intollerante di quelle antiche.”

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